Oggi parleremo di un uomo che ha scritto la storia: Chuck Peddle. Prima vi invito a leggere la biografia di Federico Faggin, può essere molto interessante. Peddle, classe 1938, ha il merito di aver iniziato la rivoluzione dell’home computer e, sintetizzando parecchio, di aver portato il computer in ogni casa.
Peddle iniziò a lavorare presso Motorola, e progettò il Motorola 6800. Peddle ama sottolineare che quello fu il primo microprocessore per computer, e tiene a sottolineare che lo ha inventato Tom Bennet. Chuck poi progetta un processore da 25$ che non impressiona la dirigenza di Motorola. E per questo lasciò l’azienda per passare in MOS Technologies dove propose questo chip, più potente del Motorola. Ci furono varie cause tra MOS e Motorola, oggi viste come cause per evitare che Peddle lavorasse.
Questo processore divenne uno standard nei computer per hobbisti: Il KIM-1, l’Apple I e molti altri modelli usarono il processore di Peddle, per via del basso costo e delle buone prestazioni. Ma venne l’ora di compiere il salto di qualità: Commodore acquista MOS, Peddle convice Tramiel, presidente della Commodore, che i computer sono il futuro e venne autorizzato a lavorare ad un computer, che uscì nel 1977: Il Commodore PET. PET fu il primo Home Computer e aprì il mercato che poi venne dominato dalla stessa Commodore e, in misura minore, da Sinclair, BBC e Apple.
Il PET non diede a tutti la possibilità di avere un computer, ne diede l’interesse: Prima si poteva avere o un Olivetti/HP per scopi fiscali/ufficio/scientifici o un Micral/Altair per smanettare. Ora il computer era più interessante per tutti, non solo per molti. In teoria doveva avere 1$ per PET venduto, ma non li ottenne mai.
Comunque il suo processore venne usato da molti computer: Apple II, Vic20, Atari e anche dal NES, la famosa console.
Lasciata la Commodore per varie divergenze ebbe una carriera florida nel mercato degli Home Computer e dei compatibili, specie in Europa.
Alcune persone attribuiscono a lui la concezione del PC moderno: Francamente peferisco non sbilanciarmi, ma non posso fare altro che riconoscere l’incedibile apporto dato da Peddle all’informatica di massa. L’ha praticamente inventata lui.