Una delle più grandi rivoluzioni in campo informatico è quella dell’Home Computer, iniziata a metà anni 70 e la cui figura principale è Chuck Peddle (e va citato anche Clive Sinclair). Ma prima, in Italia, cosa c’era? Molta roba interessante.
All’epoca il computer era prettamente un prodotto da ufficio, per la contabilità. Al massimo veniva usato in università per calcoli scientifici. Il primo computer prodotto in Italia ricadeva in questa categoria: La CEP. Progettato a Pisa dalla locale Università, divenne una specie di trampolino di lancio per un progetto più ambizioso: L’ELEA 9003 dell’Olivetti. Primo calcolatore commerciale italiano, fu anche il primo al mondo ad usare solo i transistor.In pochi anni riuscì a mangiare molto mercato ai colossi americani. E poi arrivò la Perottina. Per quanto fosse più indirizzata agli USA, vendette bene anche in Italia. Poche notizie sulle macchine figlie invece, ma si può presumere che abbiano venduto abbastanza.
Ma, come dissi, all’epoca si puntava agli uffici. E, come nella meccanica, la maestra era Olivetti. Progettando avanzatissime fatturatrici come le Audit e vari terminali pensanti rese molto migliore la gestione delle aziende. Il primo “Home Computer” italiano nacque nel 1975, pur essendo molto sperimentale. Ma passò qualche anno prima che in molte case italiane apparissero i Commdore 64, i Sinclair o i Prodest. E fino a quell’epoca il computer rimase in moltissimi uffici italiani.