Avevo già accennato questo tema qui ormai cinque anni fa, ma penso che valga la pena estenderlo bene in un articolo a parte: quante volte a scuola vi hanno spiegato il computer così?
Ora, ad esempio, se ci pensate, uno schema del genere, che potreste trovare in molti libri di testo… È decisamente obsoleto!
Anche senza pensare a configurazioni particolari, la stragrande maggioranza delle persone oggi non ha quelle sanguisughe di inchiostro e danaro che sono le stampanti né un modem, ad esempio, sostituito da una scheda LAN Ethernet o WLAN.
Tuttavia, il problema è più essenziale: uno schema del genere può andare bene alla scuola primaria, dove si deve mostrare essenzialmente il prodotto che si andrà a usare.
Già alle medie, dove si dovrebbe usare uno schema diverso, ossia questo:
Molto più astratto, non trovate? E proprio per questo è più corretto! Un modello del genere, per quanto non perfetto, descrive praticamente tutti i calcolatori elettronici esistenti: questo modello rappresenta un ENIAC quanto una Perottina quanto un Pentium III quanto un moderno smartphone.
Volendo estenderlo anche ad altri tipi di calcolatori si potrebbe rendere l’unità centrale una scatola nera: tu inserisci un input e questa ti dà un output, che lo faccia con l’acqua, con meccanismi o con altro, ma quella è una frangia abbastanza particolare dell’informatica e possiamo lasciarla fuori, per amor di semplicità.
Tra l’altro, ci sono due ottime ragioni per spiegare questo modello.
La prima è che permette di passare più rapidamente ad altri modelli teorici di computer: è ben più facile spiegare la Macchina di Turing con questo modello che con il modello da scuola primaria, ad esempio.
La seconda è che permette di capire che tante cose sono computer: col modello da scuola primaria, ad esempio, uno smartphone tende a non essere considerato computer, mentre lo è.