Date a Platone quel che è di Platone e a Bill quel che è di Bill

di | 1 Agosto 2022

(Fun fact: questo articolo lo scrissi quasi tutto nel 2018, senza mai pubblicarlo. Siccome i competenti [citazione necessaria] del Governo Draghi hanno ritirato fuori la gran cagata della filosofia ovunque, ho deciso di completarlo e pubblicarlo.)

Ok, è un titolo di merda, ma è la prima cosa che ho pensato vedendo una discussione su Facebook che proponeva, tra le varie cose la sostituzione del latino, della filosofia e del greco con l’informatica.

In più, invece, il Ministero vorrebbe mettere ha messo la filosofia negli ITIS. Perché già l’Italia è perculata nel mondo e devi presentarti con la regione/città se non vuoi fare una figura di merda, poi se ci metti i tecnici filosofi raggiungiamo nuovi livelli di ridicolo che se mandi un curriculum all’estero ti chiamano giusto per riderti in faccia.

Ora, io sono un “banale” tecnico, e proprio in quanto tale mi permetto di criticare tale scelta.

Allora, prima cosa, un chiarimento: informatica è amministrativamente divisa in due:

  • Nel biennio, Tecnologie Informatiche, ossia delle banalità tipo le parti del computer, le reti, la suite Office e così via
  • Nel triennio, Informatica, ossia la materia seria

A quanto pare tale divisione non c’è alle scienze applicate, ma essendo i programmi grosso modo quelli, si eredita.

Nelle altre materie si spiegano i fondamenti della materia: ho potuto amare la chimica grazie ad un prof competente ma odiavo andare in laboratorio, perché preferivo fantasticare su quel mondo dannatamente piccolo dell’atomo rispetto al fare esperimenti sciocchi.

In informatica si spiegano dei concettini banali perché chi ha progettato la scuola italiana pensa che se uno sceglie di fare informatica può cambiare idea a caso e debba dunque avere un biennio comune. Ok.

Vabbè, dicevo?

Ah sì, l’informatica. Ora, informatica si lega ovviamente a tutte le altre materie che fanno gli informatici: Sistemi e Reti, TPSI/TPS/TPSIT/, telecomunicazioni e alle volte elettronica, solitamente attuata dentro la già citata telecomunicazione.

Oggi esiste già un liceo che al posto di latino studia informatica: il già citato liceo delle scienze applicate. A quanto ho potuto apprendere tipicamente il programma viene svolto in due modi:

  • Il programma è un programma per informatici
  • Il programma è “Word Excel e HTML”

Nel primo caso non si capisce una sega, si studia il codice a memoria e si prende il 6 politico. Vi rinvio alla lettura di questo post, che narra le mie vicende con un docente di informatica del liceo che non sa che i JAR girano su Mac, ma esistono anche prof competenti, che seguono realmente e correttamente il programma di informatica, peccato che manchi tutta la parte collegata nelle materie vicine, il risultato è l’avere una generica comprensione del mondo informatico e della programmazione, ma nulla di approfondito e di spendibile sul lavoro.

Nel secondo tutti contenti, voti alti, magari ci scappa un’ECDL ma zero competenze reali.

Ora, due consigli:

  1. Se nel primo caso la cosa vi piace passate all’informatica per poter avere una prospettiva completa su questa scienza, sulle tecniche utilizzate e, magari, anche competenze lavorative (anche se, onestamente, gli info-filosofi varranno zero nel mercato)
  2. Se non vi interessa o vi viene spiegata male, valutate perché siete alle scienze applicate: volete evitarvi il latino e siete disposti a fare ciò? Benissimo! Ma volevate far latino e avete rinunciato perché “con il latino non si mangia” e sperate che informatica vi apra le porte del mondo del lavoro… Iscrivetevi allo scientifico tradizionale

Ma ora passiamo all’elefante nella stanza: filosofia al tecnico. Onestamente, non ha senso dire cose già dette, quindi cito un caro amico e collega di cui ho grande stima: “Altro che filosofia, agli Istituti Tecnici serve più scienza e tecnica, non gli avanzi del liceo“.

Filosofia, per la cultura tecnica, è una materia inutile: quanto ci serve di umanistico lo facciamo già in storia e, in misura minore, in italiano. Si possono coordinare meglio i programmi, si possono inserire elementi di filosofia interessanti (un Beccaria ha un peso generale ben maggiore rispetto a uno Spinoza), cosa che ad esempio la mia prof di italiano e storia – laureata in filosofia – faceva, così, in letteratura, ci ha dato una buona infarinatura sulle visioni filosofiche di alcuni autori importanti, ma non ha senso inserire una materia ex novo, completamente slegata dai programmi, sia del proprio corso, sia da quello da cui viene tratta.

Così come non avrebbe senso inserire informatica nei licei, e nei fatti è solo una materia per togliere latino sostituendolo con qualcosa, dando l’impressione di un liceo svecchiato e adatto a tutti, quando alla fine è un po’ la stessa minestra riscaldata, con un po’ di variazione.

Però, evidentemente, c’è qualcosa che viene prima della nostra istruzione: assumere qualche laureato in eccesso.

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