Le bufale sui microchip

di | 4 Febbraio 2015

Una azienda di Stoccolma ha deciso di affiancare ai badge un più tecnologico chip RFID. La notizia ha scatenato varie reazioni: Sia felicità, sia senso di arretratezza (in effetti l’RFID non è proprio recente…) e soprattutto i complotti!
Per prima cosa dovremmo parlare un pochino degli RFID: Sono dei piccoli chip , quasi sempre passivi ,che hanno una informazione al loro interno. Nel caso del cane saranno i dati del padrone, nel caso dei dipendenti i dati per prendersi il caffe. Chi ha un iPhone 6 o 6+ oppure un Android recente molto probabilmente ha una tecnologia derivata da RFID: Cioè NFC. E fidatevi, vi spiano meglio con uno smartphone che con un chip. 😉
Comunque un chip RFID è inadatto agli scopi che millantano i complottisti.
Gli RFID trasmettono dati solo se richiesti da uno scanner nelle immediate vicinanze, che deve dare energia al tag, se passivo (quelli attivi hanno una batteria). E può contenere solo dati statici, quindi al massimo potrebbero sapere il vostro nome e poco altro.
Il rischio maggiore è che i dati non vengano crittografati e il primo buontempone dotatosi di lettore RFID possa leggere le vostre credenziali.
Se avete paura potete stare tranquilli, la normativa italiana sugli RFID è abbastanza severa.

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