Quando l’informatica incontra la musica: Pietro Grossi

di | 23 Febbraio 2015

Pietro Grossi fu un musicista e compositore italiano. Ma anche un pioniere della musica informatica. La sua storia prima dell’incontro con l’informatica è interessante, ma non verrà trattata qui: Passiamo al 1963, anno in cui ottiene la cattedra, prima in Italia, in Musica elettronica, e fonda lo Studio di Fonologia Musicale di Firenze: L’anno prima scoprì che i calcolatori potevano suonare. E divenne una passione, tant’è che fece fondare un centro musicale all’Università di Pisa e uno all’estero. Ma nel frattempo non se ne sta con le mani in mano: Dopo aver sentito un Elea 9003 fare “rumori” decise di provare a far suonare. E grazie al contributo di un programma RAI e all’aiuto dell’Olivetti General Electic di Pregnana può far suonare un calcolatore: E sceglie come prima musica il Quinto Capriccio per Violino di Paganini. Fu la prima volta che un computer suonò: Prima ci si limitava o a creare spartiti o a “cantare”.
E nel 1970 fa ciò che è considerabile il primo straming, tra due città italiane: Rimini e Pisa. E cinque anni dopo crea, a Pisa, ino strumento computerizzato per la sintesi del suono.

Ngeli anni successivi Grossi si apre anche all’arte visuale creando software per fare una collezione, e negli ultimi anni della sua vita si dedica a progetti collaborativi di arte grafico-musicale, per poi, nel 2002, morire. E non riuscì a vedere uno dei suoi più importanti progetti arrivare a termine. E alcuni suoi progetti sono tutt’ora non sviluppati. Invece il suo progetto di arte grafica è stato di recente riadattato da un suo collaboratore che ha pubblicato nuove opere.
Vi lascio con una sua citazione:
“IL COMPUTER CI LIBERA DAL GENIO ALTRUI ED ACCRESCE IL NOSTRO”

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