Fonte: SapevateCheTelegram
Telegram è un’applicazione parecchio affidabile, usata anche per comunicare in contesti dove è necessaria relativa sicurezza, ma ha un punto debole che potrebbe danneggiare la vostra privacy.
Il supporto utenti.
Infatti il supporto è gestito da utenti volontari. Ciò da un lato consente gratis una prontezza che un progetto closed pagherebbe oro, ma dall’altro se gestita male può creare significativi problemi, come nel caso in oggetto.
Per prima cosa un esempio virtuoso: I Check user di Wikipedia. I CU accedono a dati abbastanza riservati, come IP e informazioni sul sistema usato dall’utente. E che vincoli hanno?
- Devono essere maggiorenni
- Devono mandare la CdI a Wikimedia
- Devono essere almeno due per progetto, per avere un reciproco controllo
- Devono accettare una liberatoria sulla privacy
Invece su Telegram non esiste quasi nessun controllo. E ciò ha portato a…
Invasione della privacy da parte di un membro del supporto di Telegram
È successo ad un utente, Gigi, che ha visto il suo numero di telefono diffuso su Telegram da parte di un membro del supporto, al quale si era rivolto prima dell’invenzione dello spambot per contestare un blocco spam.
Valutando che uno dei pregi di Telegram è il non diffondere il numero di telefono sicuramente Telegram dovrebbe bannare permanentemente l’utente ed account a lui legati, e possibilmente, se italiano, segnalarlo al Garante della Privacy per controllare eventuali violazioni alla legge.
Ed è necessario anche aumentare i controlli sugli utenti volontari, per impedire situazioni del genere.
Non è minimamente pensabile litigare con una persona e trovare il proprio numero su Telegram perché questo è membro del supporto.
Il sistema va completamente ripensato, può restare volontario? Sì. Ma bisogna garantire l’utente.
Pingback: I miei vecchi articoli – Computer Blog