Non ho mai amato la narrativa e nelle interrogazioni scolastiche me la son sempre cavata coi riassunti. Mi piacciono i reportage e i libri storici , mi sono mangiato libri come Viki che voleva andare a scuola (libro per le vacanze alle medie) o un Uomo al Castello di uno dei più grandi uomini che lo scorso secolo abbia avuto l’onore di dare al mondo, e mi permetto di consigliarli.
Ma la narrativa fine a sé stessa mi ha sempre annoiato: Non vedo perché leggere un libro di narrativa debba essere considerato un qualcosa di colto e importante mentre vedere un film o leggere un libro tecnico no.
In fin dei conti anche il libro tecnico è scritto in italiano corrente e corretto e ha dei contenuti, che per un informatico sono narrativa eccome (leggersi “Da Windows a Linux” per vedere l’evoluzione di Linux dal 1999 al 2019 per me è uno svago, penso anche per altri, più di leggere il libro Cuore).
Sono le conseguenze di mettere i tecnici a lavorare con i classicisti, mentalità diverse, ma lasciamo stare.
Torniamo a Netcrash, finalmente una narrativa interessante, perché è tecnica! E non è il solito libro in stile film americano con i mega-hacker che premono un pulsante bucando il mondo, è assolutamente realistico.
Lo stile narrativo è molto interessante. Si parte dall’evento zero, quello che, ve lo anticipo, porta al crash di Internet (ma tranquilli, lo dice già il nome, non è uno spoiler. Il bello sarà scoprire come), si va a vedere cos’è successo prima per ritornare all’evento e vedere ciò che succede.
Lo stile linguistico è informale: Corretto ma che non lesina nell’uso di parole scurrili per definire certe situazioni. E definire un giovane ingegnere come qualcuno che vuole “programmare e scopare” mi sembra una buona idea, che qualcuno metterebbe di diritto nel verismo.
Finalmente un libro tecnico!
Le tecniche descritte sono assolutamente realistiche, possono essere una lezione d’informatica anche per i meno avvezzi, visto che non usa particolari tecnicismi (e quando li usa li spiega).
Non è, insomma, una di quelle spettacolarizzazioni dove i virus hanno l’interfaccia 3D, sono tutte cose realistiche.
Se fosse un film, sarebbe anche meglio. Non so a voi, ma a me crea un senso strano quando davanti alle spettacolarizzazioni ti chiedono se puoi farlo anche tu. Col realismo, invece, si potrebbe già rispondere sinceramente.
Unica piccola pecca
L’unica piccola pecca è nelle fasi finali, quando lo stile narrativo diventa veramente serrato, quasi mette ansia, in stile diario. Inoltre c’è un evento (io non vi svelo niente) che farebbe pensare ad una particolare evoluzione e che i successivi eventi avrebbero reso ancora più eclatante, ma che purtroppo non avviene. Che sia il preludio per un seguito?
Per i docenti
Potrebbe essere anche un’ottima idea di compito per le vacanze per una classe che studia informatica: Lettura, quindi il prof d’italiano sarà giulivo, e informatica, per somma gioia della prof di informatica. E soprattutto una storia che interesserà i più, facendo riflettere sulla banalità di certi attacchi informatici e sul pericolo di alcune scelte aziendali oggi in voga e che domani potrebbero far male.
Valutazione finale
10/10. Senza alcun dubbio, un libro che dovrebbero leggere tutti i tecnici e anche i non tecnici, per capire un po’ come funziona realmente.
Decisamente consigliato.