Cinque errori da non fare nello sviluppo di un sito web

di | 25 Dicembre 2018

Che tu sia un webdev amatoriale o un utente intenzionato a sviluppare il proprio sito web o quello della propria azienda questa piccola guida semiseria potrà  aiutarti a non commettere i classici errori che rendono inutile avere un sito o addirittura danneggiano l’utente.

#1: Non usare porcherie

Blogspot è bello, per carità , ma se devi metterci il blog amatoriale della parrocchia. Ancora peggio quei servizi che vomitano HTML indecente che basta cambiare schermo per sminchiare tutto. Decisamente meglio non avere un sito che averne uno che dà  impressione di essere fatto con le terga.

Ovviamente non si può criticare in toto l’uso di piattaforme del genere: Ci sono blog eccelsi e graficamente carini gestiti da Blogspot, come il Dottore dei Computer e il Disinformatico, ma anche con un WordPress.com ben impostato dà  ottimi risultati.

Ma nel caso dei blog è il contenuto a contare, mentre per un sito aziendale o personale anche la presentazione conta molto, e vedere un sito su di un sottodominio e con un tema che non c’entra nulla col tipo di sito è tutto fuorché professionale.

#2: Non sei Wikipedia

Anche io sono un po’ vanesio, ma ha poco senso dedicare il sito aziendale alla propria venerazione. Sicuramente può aver senso una sezione “chi siamo” o “chi sono”, specie se si parla di aziende o botteghe storiche, ma mettersi a narrare vita, morte e miracoli di un’azienda aperta da tre anni, magari con pagina singola per ogni dipendente, è francamente ridicolo.

#3: Non metterci la pubblicità

C’è anche chi dice “faccio il sito aziendale e guadagno con la pubblicità”. No, assolutamente no, per due motivi:

Per prima cosa, è veramente poco professionale. Per seconda, un sito aziendale serve a portare clienti o ad agevolarli, è esso stesso una pubblicità . Il guadagno di un sito aziendale dovrebbe derivare, appunto, dai clienti che porta, non da qualche banner.

#4: Non creare blob

I CMS sono veramente comodi e non ha senso reinventare la ruota: Se uno ha bisogno di un blog quasi sicuramente WordPress andrà  bene, ma per una semplice landing page è meglio puntare a un classico template Bootstrap. Infatti un CMS va seguito, bisogna tappare le vulnerabilità  di sicurezza, aggiornarlo con un occhio di riguardo alla compatibilità dei plugin. Non è molto semplice, insomma, considerando che un mancato aggiornamento può finire in un defacement o, peggio, in una visita delle autorità  incuriosite dalle copie di ransomware presenti sul proprio dominio.

#5: Rivolgiti a un professionista

Se puoi, rivolgiti a un professionista: Ce ne sono tanti che offrono qualità  a prezzi accettabili. Il sito è una vetrina importante che può anche cambiare il tuo business, è sicuramente meglio pagare qualche centinaia di Euro e avere consulenze e sviluppi professionali che rivolgersi al celebre nipote che fa l’ITIS che poi crea un qualcosa in linea con le (scarse) abilità  che dà il biennio del tecnico.

Ovviamente il costo varia in base a ciò che vuoi: Un sito bacheca costa meno di un blog, entrambi costano meno di una web app, ed ovviamente più complesso il tutto più conviene rivolgersi ad aziende riconosciute, dato che l’abilità per gestire un blog è un’abilità diversa rispetto a quella necessaria a creare una web app di successo.

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