I Mac Intel di prima generazione sono computer decisamente robusti e usabili tutt’oggi per compiti non troppo impegnativi come la navigazione, la redazione testi o addirittura per qualche gioco leggero.
Installare un sistema via DVD è semplice, meno semplice è farlo via USB dato che questi computer, nel mio caso un MacBook Pro 1.1, supportano EFI ma con sistemi a 32 bit, mentre molte distro usano EFI solo con sistemi a 32 bit.
Dopo varie madonne ho trovato la soluzione. Ho usato Linux Mint, che non ha avuto problemi di driver, ma dovrebbe funzionare con qualunque distribuzione.
Installare il bootloader
Dopo aver creato la chiavetta avviabile, potete usare Etcher o anche dd, dovrete installare un bootloader EFI.
Il migliore, oggi, è rEFInd, successore del rinomato rEFIt, che si installa con un semplicissimo script bash sul sistema originale del Mac, che vi consiglio, per semplicità di mantenere in dual boot.
Una volta installato potrete riavviare, senza necessità di premere ALT come suggeriscono alcune guide. Lì sceglierete il drive con la chiavetta avviabile e si avvierà la classica installazione di Linux.
Partizionamento
Su Linux Mint 19 ho notato un problema: Il tool integrato non partiziona. Usate dunque Gparted, già integrato nel sistema.
Se volete affidarvi all’automatismo di Linux Mint vi basterà creare una singola partizione dove inserire il sistema riducendo quella di OS X, se invece volete fare a mano e scegliere le vostre partizioni, beh, sapete già come farlo dai 🙂
Installazione
Al che l’installazione è banale: Si selezionano le partizioni e il sistema verrà installato come su qualsiasi PC. Al prossimo riavvio rEFIt vi proporrà di avviare un nuovo sistema, appunto Linux.
Linux, comunque, avrà installato il suo GRUB e quindi avrete un doppio bootloader. Non è un gran problema ma lavorerò alla risoluzione.