Sciking il distro-hopper: 2013

di | 11 Novembre 2022

Oggi vediamo un pezzo davvero importante di storia dell’informatica: la mia evoluzione su Linux! Nel 2013, infatti, scrissi un articolo annunciando di abbandonare Ubuntu per passare a Linux Mint e dandomi una sorta di roadmap… Ma com’è andata poi?

Beh, decisamente diversamente 🙂

Linux Mint

Linux Mint, onestamente, è restata a lungo il mio Daily driver: è installata su tutti i PC portatili dove l’OS principale è Linux ed è stata installata a lungo sul fisso, prima dell’installazione di Manjaro. Insomma, su Mint mi sento a casa e l’installazione di Manjaro è stata soprattutto una sfida intellettuale, volevo provare qualcosa di nuovo dopo anni di stagnazione.

Debian

Sono poi andato alla radice? NI!

Ho utilizzato per alcuni mesi LMDE su un portatile, con soddisfazione. Si è dimostrato un sistema stabile e leggero, ma poi tornai alla versione Ubuntu based perché cambiai laptop.

Poi, su uno dei due Raspberry, uso Raspbian. Un gran bel sistema, devo dire, che fa da server e alle volte anche da desktop per piccole operazioni, e che nonostante l’avere una GUI risulta più scattante di Ubuntu Server – senza X – sull’altro Raspberry.

Non ho più sentito, onestamente, la necessità di usare Debian su un sistema desktop personale. È un sistema che ha note idiosincrasie con software e driver proprietari, che a me devono funzionare. Mi piace anche a me il codice libero, ma non ne faccio una scelta di vita assoluta.

Fedora

Fedora l’ho provato una volta, nel 2013, e non funzionò bene: il server X decise di fare le bizze e, quindi, poco dopo tornai indietro. Ho avuto occasione poi di provare versioni un po’ più stabili, ma il discorso è banale: non ho mai trovato particolare beneficio nell’usarlo, dovendo abituarmi a nuovi comandi, rispetto a Mint o ad altre Ubuntu based.

È un buon sistema, per carità, ma non abbastanza da farmi dire “da oggi basta Mint e passo a Fedora!”

Arch

Arch ha la fama di sistema difficile perché si installa da riga di comando, ma alla fine è semplicemente una cosa pallosa (per l’utente medio, so bene che gli script sono oro per le installazioni massive) che si può evitare con una derivata che ha un’installer grafico.

Una Arch based l’ho provata e mi ha lasciato anche abbastanza soddisfatto, ben reattiva, con molte funzionalità e facile da usare, per un utente mediamente esperto. Mi è servito usarla per “imparare Linux?”. No, avrei potuto fare tutto con Ubuntu.

Slackware e Gentoo

Mai viste. Gentoo è l’equivalente linuxiano, non me ne vogliano gli utenti, di grattarsi il naso con le terga: una complicazione inutile. Non metto in dubbio che sia più efficiente avere pacchetti compilati, ma è davvero COSÌ efficiente rispetto ai pacchetti, considerando che anche su Arch, se vuoi, puoi compilare ciò che vuoi ma usando pacchetti quando preferibile? Senza contare l’installazione, un noto rituale sadomasochistico che è proibito in varie nazioni 🙂

Slackware, per quanto sia meglio, ha comunque le sue idiosincrasie, e preferisco lasciarla a chi preferisce quella mentalità unixara. Ho provato invece Slax: interessante, leggera, ma inadatta a un utente quadratico medio.

Linux from cosa?

Son passati quasi 10 anni da quel post e non ho mai preso seriamente in considerazione l’idea di fare una LFS, principalmente per due ragioni:

  1. Porta via tempo
  2. Il risultato, onestamente, difficilmente è meglio di una distro seria

Per carità, prima o poi, per sfizio, lo farò, ma esistono modi migliori per conoscere il funzionamento interno di Linux: ci sono vari libri, ad esempio, così come vari corsi, anche universitari.

La mia idea, all’epoca, era provare più distro possibile per sapere il più possibile, ma non funziona così, anzi: più tempo si spende a fare distro hopping, meno tempo si ha per studiare le cose serie.

Si può anche usare una distro “per n00bs”, magari perché particolarmente comoda, ed esser ottimi conoscitori del pinguino, così come si può essere degli script kiddies che hanno la propria distro personalizzata perché hanno copiato qualche comando, ma non sanno come funzioni il boot su Linux…

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