Avere un PiHole sulla propria rete è una figata, sia per il fatto di poter bloccare la pubblicità che per il fatto di poterlo fare in modo modulare: una lista per sé stessi, una per i dispositivi poco controllabili (IoT, Smart TV), una normale, una per la nonna un po’ rimbambita che è meglio che non veda certi siti truffaldini e una per i nipotini, con tutti i pornazzi bloccati, che tanto loro sono più sgamati di te e hanno la VPN e ti consigliano pure i filmetti.
Comunque, battute a parte, come già vi accennavo in qualche articolo dopo aver messo il primo ne ho installato un secondo. E la ragione è semplice: ridondanza! D’altronde, tutti i server seri hanno due indirizzi, perché può esserci sempre un problema con uno dei due server (e, generalmente, aumenta anche la velocità)
Cosa che, specie in ambiente domestico, succede! Magari va giù la corrente e, al riavvio, il dispositivo ha qualche problema. Magari fallisce un aggiornamento e si inchioda, magari semplicemente qualcuno decide di staccare la presa del Raspberry per caricare il cellulare, se non avete una stanza chiusa a chiave.
In tal caso, ovviamente, la rete resterebbe senza DNS, cosa che rende difficile navigare. Per di più, spesso Android ha problemi con le reti senza un DNS valido, impedendo l’accesso anche solo per entrare nelle impostazioni del router e mettere un 8.8.8.8 o un 1.1.1.1 nei DNS e tornare a navigare provvisoriamente.
Avere due PiHole, in questo caso, permette di evitare questi problemi a meno di FUBAR totale, per di più può anche, come accennavo, migliorare le prestazioni, dato che primario e secondario sono, nei fatti, alternative: se un PC deve mandare tante richieste probabilmente farà load balancing tra i due, così come un dispositivo potrebbe scegliere il secondario se più vicino in termini di rete.
Alla fine basta anche un vecchio portatile con Debian… che fai, te ne privi? 😀