Mi capita spesso nelle mie indagini su attività sospette di trovare anche elementi interessanti su gruppi anti-truffa su Facebook e simili. Tuttavia, penso che tali gruppi spesso abbiano problemi e ciò si può notare banalmente guardando i post.
Prima di tutto, la stragrande maggioranza dei siti segnalati… Sono ancora online. Nessuno, dopo aver deciso che è una truffa, provvede a segnalare alle dovute entità o a consigliare come procedere oltre alla denuncia.
Questo è un problema, perché spesso le autorità statali sono lente e quindi si può continuare a truffare a lungo, mentre alcune segnalazioni fatte bene possono far scomparire un sito dalla Rete in poche ore. Ciò non è sicuramente un metodo perfetto, dato che ci si può accorgere di essere stati truffati dopo vario tempo, ma è comunque meglio tardi che mai.
Secondo, si notano richieste di chiarimento per siti che è chiaro che siano truffe o meno. Ciò mostra come la comunità che si sviluppa non sia in grado di apprendere in autonomia le capacità critiche per distinguere un sito reale da uno palesemente truffaldino.
Cioè, se ordini da un sito dal nome improbabile che finge di essere una nota catena, con traduzioni improbabili tipo “Ordine dei brani” per il tracciamento del pacco e con le FAQ che promettono “zero tasse in tutto il mondo”, per di più hostato in Turchia da fanigottoni falliti che non rispondono nemmeno agli abuse, non c’è gruppo che tenga: appena il gruppo è offline comperi la Fontana di Trevi su supershopverissimo.hosting.sb perché non hai gli strumenti per capire cos’è reale e cosa no.
In effetti, alcuni gruppi che ho trovato sono gestiti da wannabe policemen, gente che ha loghi della polizia modificati come immagine del sito o della pagina e che pubblicano spesso materiale legato a casi di giustizia o simile, che molto probabilmente preferiscono sentirsi chissà che eroi al servizio della comunità invece di fornire informazione corretta e sviluppare una comunità indipendente di gente che sa pensare.
Secondo me, sul tema, la corretta informazione resta la strada migliore. Parlare delle truffe, di come identificarle, dei rischi e dei benefici dell’uso della rete, delle cose che devono far rizzare le antenne… Sia chiaro, la comunità media avrà sempre bisogno di un sostegno, magari parlando di nuove tecniche di truffa insidiose e analizzando qualche caso ogni tanto come “vaccino”, ma un sistema dove ci son cinque o dieci post al giorno di ovvie truffe con scritto “è una truffa?” forse tanto bene non funziona…