A fine anni ’60 lo standard era il terminale: Un prodotto senza alcuna capacità che comunicava con un elaboratore remoto e visualizzava i risultati. Si pensava in quegli anni che fossero l’unica via nel mercato elettronico. L’Olivetti produceva ottimi terminali compatibili con lo standard dell’epoca (IBM), ma qualcuno dalle parti di Ivrea riteneva limitante questa posizione ed ebbe una idea geniale. Marisa Bellisario e Pier Giorgio Perotto (della pianificazione prodotti e della Ricerca e Sviluppo). L’idea che venne fuori fu di un terminale con capacità di elaborazione e modulare: Una vera innovazione in un campo dove una caduta di rete impediva di lavorare.L’Obiettivo era di creare una cosa modulare: Come oggi si assemblano i PC, con pezzi standard. E se oggi è ovvio, all’epoca non lo era per nulla. E soprattutto creare un sistema che potesse elaborare autonomamente: Un computer autonomo, non solo un terminale dell’elaboratore.
Era presente anche una architettura di rete simile a quelle moderne: Due operatori potevano condividere la stessa macchina, e le macchine potevano stare in rete, con un master che controllava gli accessi alle risorse. E soprattutto i computer dell’agenzia erano quasi un solo computer: Non importava dov’erano i dati: Tutti potevano usarli.
Il sistema operativo venne progettato ad hoc da Alessandro Osnaghi, proveniente da Montedel. Nacque quindi Cosmos, un sistema operativo che anticipò in varie funzioni UNIX.
Il prodotto finito venne commercializzato nel 1975 in tre versioni e
aveva vari accessori che consentivano l’espandibilità, l’uso da parte di esterni senza necessità di operatore e soprattutto la possibilità di creare una rete locale. Di default la macchina aveva tastiera e, in molti casi, schermo, oltre alle linee di governo e all’unità centrale.
All’Olivetti furono pionieri dell’informatica distribuita, anche quando i nastri si portavano in macchina. E hanno mantenuto questa posizione per vari anni, anche grazie a questo prodotto che garantì leadership all’azienda italiana per più di vent’anni.