La differenza è abbastanza sottile e si può riassumere così: Windows open source può esistere, Windows free software no.
Open Source è un software di cui è disponibile il sorgente. Una licenza open può essere uguale ad una closed in pratica (anche a livello commerciale), è disponibile il sorgente (il che a livello di sicurezza è cosa buona, rende difficile la STO e permette di vedere se vi sono funzioni spia e simili, oltre che rendere fulminea la ricerca di bug), ma può essere proibito il riutilizzo del codice, la modifica e simili. Alla fine la gente lo farebbe, ma fa lo stesso con il closed (Crack e simili).Il free software è, citando Wikipedia ” è software pubblicato sotto i termini di una licenza libera, ovvero che ne incoraggia l’utilizzo, lo studio, la modifica e la redistribuzione.”
Se a prima vista sembrano simili non lo sono, se non per il fatto che un Free deve essere Open. Esistono varie licenze Free, le più note sono quelle della FSF, che ponte quattro vincoli per rendere un software libero.
Tornando all’introduzione, se Microsoft rilasciasse Windows con licenza Open Source ci guadagnerebbe. Basterebbe proibire tutto ciò di commercialmente dannoso (riutilizzo, compilazione e simili). Sulla sicurezza ci sarebbe il vantaggio di ricevere segnalazioni da tutto il mondo in merito a bug (e ciò è un bel vantaggio). Certo, c’è il rischio che i cracker leggano i sorgenti, ma fanno già ora il reverse engineering delle patch…
Invece Windows Free sarebbe molto più difficile da fare, dato che chiunque potrebbe creare il suo Windows e distribuirlo al prezzo che vuole.
Inoltre va sfatato il mito che con l’OSS e il Free non si guadagna: Si può benissimo fare un software e venderlo, o vendere l’assistenza (Red Hat docet). Certo che se esistono monopoli poco regolari… 😛
La storia che dice?
L’informatica è una scienza e nasce Open: Agli inizi vi era una grande condivisione di conoscenza. Ci si scambiava i codici o gli algoritmi che poi venivano adattati alle varie macchine. Notevole il caso di UNIX e BSD: Senza lo slancio open di quelle università forse saremmo ancora agli home computer. Con la nascita del proprietario iniziarono le solite scene di chiusura e per certi versi lo sviluppo informatico rallentò.
Gli standard aperti si rivelano vincenti, chi di voi si ricorda la rete chiusa di Compuserve? Invece il Web ed Internet, aperti, sono tutt’ora qui. E da molti anni. Oppure l’MP3, specifiche pubbliche, diventato un formato famoso e quasi un’antonomasia della musica scaricabile. E l’open porta avanti la parte scientifica dell’informatica: Quella che contempla il guadagno ma che condivide le conoscenze di tutti: La vera informatica, in sostanza.