Come forse saprete l’anno scorso la Lombardia ha sperimentato il voto elettronico, non senza qualche difficoltà, con dei tablet che poi sono stati dati alle scuole.
Quando l’ho saputo ero ovviamente felice: Dei tablet, per di più con Linux, alle scuole. Che occasione ghiotta.
Oggi invece emerge il fallimento dell’informatica scolastica. No, checché ne dica il Fatto Quotidiano, non il fallimento dei tablet, ma della scuola. Perché dico ciò? Beh, vediamo le cause addotte come causa del flop:
- Il peso eccessivo del tablet: 2 kg
- Il touch poco responsivo che obbliga ad usare un mouse
- La mancanza di Windows
Sulla prima nulla da dire. Effettivamente 2 kg sono tanti da tenere in mano. Ma, incredibile ma vero, i tablet si possono appoggiare sul tavolo. Essendo sussidi didattici che difficilmente verranno usati “capillarmente” ma più probabilmente “uno per classe” mi sembra un buon compromesso.
Idem sulla seconda: L’articolo del Fatto, nel dire che usare un mouse su un tablet lo rende inutile, si perde anni di evoluzione informatica. È una cosa sgradevole ma se si attacca una tastiera e un mouse si ha un computer completo. In comodato d’uso gratuito. Che si voglia usarlo per fare lezione o per gestire il registro elettronico.
Infatti per qualcuno non si possono usare per far lezione perché non c’è Windows. E qui mi incazzo.
Per prima cosa perché io a dieci anni usavo Ubuntu tranquillamente e me l’ero installato da solo con Wubi. I ragazzi di oggi sono rincoglioniti e non possono fare lo stesso?
Anche perché oggi la didattica informatica usa molto il Web: Progetti con Wikipedia e Vikidia, come fa il professore trentino Matteo Ruffoni ad esempio, oppure schede didattiche o esercizi guidati. Scusate se ne sono fiero ma da admin di Vikidia lo ritengo un ottimo progetto. E sul web ci vai sia col tablet Ubuntu sia con Windows 95.
Chi crede che il computer serva per fare gli esercizi coi programmi è fermo agli anni ’80. E se proprio si vuole imparare l’uso di qualche programmino base è meglio usare un software libero come LibreOffice o una siute online come Google Drive e non una suite proprietaria. Office può piacere ma la scuola italiana non dovrebbe essere una succursale di Microsoft che lega indissolubilmente ad un sistema operativo.
L’interfaccia è controintuitiva? Può essere, a me GNOME non piace. Aprite un terminale e scrivete:
sudo apt install lubuntu-desktop
E magicamente tutto ricorderà Windows senza dover far piagnistei.