Windowsfx: il clone libero di Windows?

di | 25 Febbraio 2021

Ci sono sistemi operativi che mi portano a chiedermi come non facciano ad essere in mezzo ad una causa legale, tra questi vi è WindowsFx, una versione di Ubuntu creata per ricordare visivamente e a livello d’uso Windows 10.

Dai, se vedete questo in un portatile, magari di striscio, direste che è Linux? Chi mi segue da anni sa che ho già recensito distro Windows-oriented come ZorinOS e ho personalizzato più volte Linux per farlo somigliare ad OS Microsoft, non tanto per ragioni pratiche (il mio primo PC personale aveva Linux, forse per me è più estraneo Windows, un giorno vi racconterò…) ma per divertimento. Quindi, un sistema del genere, mi intriga davvero…

Personalmente ho provato la versione Cinnamon del sistema, poiché è uno dei miei DE preferiti ed è più leggero di Plasma, ossia l’alternativa. L’ho provato con soli 2GB di RAM in VM e, in effetti, gira decentemente, come dichiarato tra l’altro dal produttore.

Una cosa particolarmente windowsiana che introduce tale sistema son le licenze: esiste infatti una versione gratuita e una versione a pagamento (15 dollari) che offre un assistente vocale migliore (quello free è Google), compatibilità totale con Office, integrazione totale con Active Directory e SmartHone e compatibilità migliorata con i software per Windows.

La distro pesa: più di 4 GB. Ma è – almeno in live – piena di software: Visual Studio Code, AnyDesk, TeamViewer e Zoom sono integrati nel sistema, ci sono vari software di configurazione normalmente non inclusi in varie distro (e nemmeno in Windows, a dire il vero) e per i nerd c’è anche Midnight Commander. Se amate il multimedia, tra l’altro, sono preinstallati numerosi software di editing video, audio e di broadcast. Viene offerto anche Kodi e una sorta di Paint (che in molte distro manca!), mentre la suite da ufficio non è la classica LibreOffice ma è OnlyOffice, che è praticamente identico a Office. Il sistema usa le stesse icone e nomi dei software MS, con buona pace degli avvocati di Redmond.

L’installazione è la classica installazione di Ubuntu/Mint, con una traduzione imperfetta delle slide che risultano in portoghese/inglese e che pubblicizzano altri prodotti dello sviluppatore, ma per il resto perfettamente agibile.

Dentro il sistema…

Il sistema è molto simile (ma non identico) a Windows 10, usa icone paragonabili – alle volte identiche – a quelle Microsoft.

Al primo avvio mi permette di controllare il monitor usato, avvia l’assistente vocale e mi fa fare un reboot per installare i driver, al reboot mi chiede di configurare la modalità di compatibilità – un’estensione di Wine – e noto con piacere che i software in Live son quelli che ci sono installati. Non tutte le distro lo fanno ed è una comodità immensa, che permette di installare e partire, rispetto a Windows dove vari programmi vanno prelevati.

Scaricando un exe si avvia una utility del sistema che poi avvia Wine. Ammetto, però, che fa sorridere il contrasto tra la grafica – obiettivamente bella – di questo sistema e quella che offre Wine, che ricorda quella di Windows 95 (grazie, ReactOS! 😀 )

Diciamocelo subito: i tool amministrativi sono molto linuxiani e, di windowsiano, hanno solo lo stile della finestra, mentre i tool intesi per l’utente potrebbero tranquillamente essere presi per Windows. Fa eccezione il “Control Panel”, identico a quello Windows, che tra l’altro dichiara il PC “protetto da virus e minacce” (che probabilmente è vero, ma esistono virus “diffusi” per Linux oggi?) e, in generale, noto una certa tendenza a voler vendere la versione professional – con più funzionalità – usando questi tool grafici.

Linux for profit? Non è un problema…

Ma è un problema? Beh, non per forza… Alla fine, il tempo è denaro, magari io e gli altri linuxiani “classici” siamo ben disposti a spendere qualche ora per avere il nostro sistema rodato, personalizzato e “cotto a puntino”, l’utente medio, magari con un portatile con Windows 7 che vorrebbe cambiare ma non può passare a Windows 10 – OS che magari usa al lavoro – per ragioni economiche o di hardware – difficilmente è disposto a pagare 2/3 ore di supporto tecnico avanzato (Linux bene non lo conosce il tecnico quadratico medio) per l’installazione di un OS Linux con annesse personalizzazioni windowsiane e si tiene Windows 7.

Un sistema del genere, in versione avanzata, potrebbe offrire un buon supporto hardware, un sistema già configurato per le necessità degli utenti che vengono da Windows e con una buona compatibilità con le app Windows.

Certo, nulla che un linuxiano esperto non possa fare in tre o quattro ore. Ma, a meno di conoscerlo o di frequentare già dei LUG, per 15 Euro non si alza nemmeno dal letto.

Cosucce da migliorare

Sia chiaro, alcune cose son da migliorare.

Per esempio l programma di installazione viene installato anche sul sistema, che non è una grande idea (spreca spazio, soprattutto)

Wine necessita di una interfaccia moderna, è davvero un pugno in un occhio vedere un’app Windows installata correre come su Windows 95.

Le soluzioni sono due: la prima è quella naive, ossia installare uno stile Microsoft migliore, magari in stile Aero: già così è più decente (e ho usato un tema per XP…)

Tuttavia la soluzione migliore sarebbe quella di agire direttamente sulle GTK e avere un design direttamente comandabile dagli sviluppatori, cosa che viene resa più facile da PlayOnLinux che, non è incluso nel sistema (stranamente, dato che funziona davvero bene…), che permetterebbe anche di lasciare più personalizzazione all’utente, magari nella versione pro.

Altro piccolo problema è che la soluzione “integrata” per le installazioni è in verità abbastanza ostica e mostra una lista interminabile di pacchetti, decisamente più intuitiva quella inclusa da Linux.

Ma, tutto sommato, penso che il principale problema di questa distro sia l’essere troppo Windows. Non per l’utente, ma per la legge: l’idea è davvero ottima e sarebbe un peccato se un cease and desist di Microsoft ponesse fine a questo interessante progetto…

Basta davvero qualche modifica minore nelle icone, nei nomi e nel marchio per rendere molto meno a rischio questa distro. Poi, chiaramente, nulla vieta alla comunità di rilasciare un piccolo script che fa tornare icone e nomi come su Windows, ma il fatto che sia la comunità e non il produttore a rilasciarlo è una tutela non da poco….

Dovrei provarla?

Se sei un linuxiano soddisfatto della tua distro e configurazione non ha molto senso… questa distro difficilmente ti darà qualcosa di nuovo.

Se programmi una migrazione a Linux e sai l’inglese, invece, potrebbe essere un buon candidato e ti consiglio di provarlo.

Se invece installi Linux per lavoro o simili è decisamente un progetto da seguire: se avesse successo, infatti, potrebbe diventare un tool davvero utile per migrare al Pinguino.

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