Ho reinstallato Manjaro

di | 1 Agosto 2023

Il 20 gennaio 2022 installavo sul mio PC fisso Manjaro: una scelta di cui non mi sono pentito, infatti per l’uso che ne faccio è davvero un’ottima distribuzione, che mi permette di fare le cose con comodo, sia graficamente che meno, senza troppe preoccupazioni. Tuttavia, quell’installazione per certi versi è stata sfortunata.

Ad esempio, avevo attivato la cifratura con Luks per provarla, ma essa rallenta decisamente l’avvio del sistema e, per come l’avevo configurata, era inutile, dato che le partizioni del backup di Timeshift erano in chiaro. Sì, non mi sarei aspettato durasse un anno e passa questa installazione 🙂

In ogni caso, a meno di upgrade di RAM e SSD (che probabilmente avverrà, ma non oggi), preferisco usare la crittografia in modo più sensato e non sulla partizione principale, anche perché su questo PC non maneggio roba troppo calda, ecco.

Poi, come dicevo, c’è anche una (inutilizzata, come già saprete) partizione Windows, che occupa spazio e basta, in sostanza il partizionamento era pensato per un uso principalmente Windows, con Linux in seconda e una partizione mista per comunicare. Peccato che, appunto, Windows non sia usato.

Poi, non si può negare, Manjaro si è appesantita, ma è anche colpa mia: avevo scelto la versione XFCE mettendo Cinnamon dopo “perché lo conosco”, ma alla fine ho usato quasi solo il topolino, trovandomi meglio in quanto a interfaccia e a tempi di caricamento, oltre al fatto che funziona meglio con vari software di cattura schermata, suppongo sempre per via della leggerezza. Lo ammetto, mai avrei pensato di diventare Xfcearo e non lo faccio con passione (com’ero appassionato di Mate, ad esempio), ma se funziona, funziona…

Inoltre, ho installato vari software per provarli, dunque il disco si è riempito e qualche residuo è rimasto, così alcuni software che prima andavano o si sono incartati (OBS nativo, sostituito da versione pacchettizzata) o son diventati lenti (OnlyOffice).

Son tutti problemi risolvibili, ovviamente. Tuttavia, mi chiedo, ha senso lavorare per ore su un’installazione fatta quasi per prova quando posso ripartire da zero, con un disco interamente dedicato a Manjaro, partizionato per Manjaro come dico io e non come dice la utility automatica, senza cambiare a caso DE e curando in modo migliore l’installazione di pacchetti?

La mia risposta è stata no. Così, ho fatto un bel backup gzippato della mia home directory e di alcuni file rilevanti, ho scaricato tramite Torrent l’ultima versione di Manjaro XFCE, l’ho scritta su una chiavetta con la Utility Dischi (sì, alla fine l’ho installata!) e il 20 luglio – RIP Condor – ho reinstallato Manjaro.

Il partizionamento che ho fatto, senza cifratura totale, è decisamente migliore: / e /home separata, una partizione aggiuntiva usabile per cose cifrate o copie di sicurezza, una partizione vuota per testare sistemi operativi e 10 GB di swap, per poter usare l’ibernazione, più ovviamente la partizione EFI necessaria (l’installer me ne ha fatto notare la mancanza, dato che ero convinto fosse MBR, ma convinto proprio!)

Purtroppo in fase di installazione non rileva il dongle WiFi, quindi non può effettuare un’installazione aggiornata, mi fa selezionare la suite da ufficio che voglio usare (scelgo FreeOffice, ma l’ho già abbandonata in favore di LibreOffice), completa l’installazione, riavvio e…

Parte, dopo un reboot. Il sistema ha dovuto scaricare 1.5 GB di pacchetti e senza l’aggiornamento il sistema rifiutava di scaricare nuovi pacchetti (almeno dal gestore grafico, ma ci sta), comunque dopo un’oretta scarsa il sistema è pronto e tutto sommato funzionante: qualche cambiamento qui e lì dovuto all’assenza di Cinnamon e relativo login manager, ma tutto sommato anche meglio…

Abbastanza ovviamente, è un sistema più scattante, ho installato subito alcuni pacchetti che mi servivano, tra cui OBS e LibreOffice, ho ripristinato fstab per poter usare i dischi di rete e poi ho provveduto al ripristino della /home: circa 30 GB di file che non piacevano molto ai gestori grafici, che crashavano, ho usato dunque il caro vecchio terminale…

E così si conclude l’avventura della reinstallazione! Tuttavia, purtroppo, OBS nativo è ancora parzialmente MIA, infatti a quanto pare è una problematica di compatibilità coi driver NVIDIA non-free dopo un aggiornamento: qualcuno ha trovato qualche soluzione sbilenca (disinstallare i driver proprietari, mettere quelli OS, riavviare, rifare tutto all’inverso e riavviare ancora. Purtroppo ho un driver diverso ma posso provare a installare quello video di Linux e la semplice installazione, anche seguita da disinstallazione, funziona. Almeno all’avvio, infatti poi crasha ad ogni registrazione, ergo son tornato alla versione pacchettizzata.

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