Esattamente 10 anni fa, credo andassi ancora alle medie, pubblicai un articolo sul “virus” Ugo.bat.
La trattazione, ovviamente, era davvero banale, quindi penso possa essere un po’ simpatico rivedere l’articolo con le conoscenze di un diplomato ITI informatico e studente universitario che ho oggi.
Questo articolo, in verità, l’ho trattato poco tempo fa, ma penso che abbia senso riparlarne, insieme ad altri articoli di marzo 2011, un mese abbastanza florido per il mio blog di quand’ero ancora piccolo e stupido (oggi son solo stupido).
Ugo.bat è un semplice esempio di fork bomb, detti anche “wabbit”: proprio come i conigli le fork bomb crescono molto rapidamente fino a bloccare il computer.
Ugo.bat, precisamente, esegue semplicemente se stesso.
Tuttavia, per aprire se stesso, deve avviare un nuovo prompt dei comandi e, quindi, richiede memoria. A un certo punto la memoria finisce e ugo.bat porta il PC ad una lentezza esasperante oltre ad uno spatapaffio di finestre del prompt.
Non è comunque la fork bomb più efficiente: ugo.bat, infatti, mantiene un solo suo processo attivo ad ogni passaggio e lascia come residuo solo le finestre di prompt dei comandi.
In sostanza l’andamento di ugo.bat è una funzione abbastanza lineare: x+1
Già aprire due ugo.bat invece di uno nello script renderebbe il tutto più efficace: in tal modo si aprirebbero in x**2: uno, due, quattro, otto, sedici e così via…
Ho fatto un test empirico in una VM con Windows 95 e, infatti, se ugo.bat “classico” non crea rallentamenti e semplicemente satura la memoria con messaggio d’errore conseguente l’ugo.bat modificato rallenta davvero il sistema.
Le fork bomb migliori, invece, si basano solitamente su un while true, ossia un ciclo infinito, che si riapre infinite volte, in tal modo in pochi secondi il numero di processi andrà fuori controllo.
Qualche nota…
Anche gli altri articoli del marzo 2011, comunque, sono interessanti… Oltre ai due antibufala, c’è un articolo su Connectify, software che permette di condividere la connessione Wi-Fi tra computer – roba che ormai è solitamente di serie… – un paio di guide sul come creare link ingannevoli – tutte ormai ben obsolete grazie all’evoluzione dei browser – una su un software che (non me l’aspettavo!) esiste ancora, un piccolo excursus sul P2P e un articolo sull’editing online di immagini, già obsoleto nel 2013 e per questa ragione aggiornato.