Attualmente con Facebook c’è un alto rischio privacy. Infatti l’azienda possiede due note piattaforme molto usate, soprattutto dai giovani: WhatsApp e Instagram [Ah, a proposito, lo sapete che per usare WhatsApp dovete avere almeno 16 anni e, se il burocratese non m’inganna, non potete usarlo in nazioni in cui gli Stati Uniti hanno posto limitazioni commerciali? Telegram non ha queste limitazioni]. Già il fatto che i dati siano negli States, paese noto per l’attenzione alla privacy dellle persone (non vi fidate? Chiedete ad Angela Merkel), dovrebbe farci preoccupare, ma dato che molti vedono gli States come la landa dei sogni a pochi importerà. Sta di fatto che dare messaggi, foto e post ad una sola azienda non è MAI una buona idea.
Ma passiamo al rischio maggiore, quello di monopolio.Il mercato giovanile è ormai monopolizzato: Non hai Facebook? Sei irreperibile. Non hai Instagram per seguire Giastin Bibber? Sfigato. Non hai WhatsApp? E come ti scrivo!? E pensate ora che arrivano le chiamate! Non hai WhatsApp? Ma come faccio a chiamarti, allora? Certo, perché uno appena esce dalla Wind/3/Vodafone/TIM con 10000 minuti, 50000 messaggi e 2 GB la prima cosa che vuole fare è dilapidare i preziosissimi GB di traffico per poi navigare a velocità che permettono di immedesimarsi nella prima edizione di Internet per Tutti.
Certo, nel mercato generico Twitter gira bene, Telegram anche, uno può postare le foto su Flickr. Il mercato vede molte alternative (qualcuno ha detto TSU?) alle quali il passaggio è semplice. Ma il rischio che dei servizi diventino talmente fondamentali che un crollo o un ban distruggano una vita digitale c’è sempre. Ed è meglio non dimenticarlo.
E tornando al discorso WA: Non ho mai voluto dare il mio numero di cellulare a FB. Ora ce l’hanno. Assieme a quelli di tutti i miei contatti, dato che vengono tutti presi e inviati a WhatsApp. Fortunatamente una patch russa ha limitato i danni. 😉